REFERENDUM! DI PAOLO PISANÒ

Riceviamo e pubblichiamo questo importante contributo dello scrittore Paolo Pisanò, fratello dello storico e compianto Giorgio Pisano’, con l’invito a guardare più lontano, oltre Renzi e la politichetta attuale.

Al referendum si deve votare “sì”, in sintesi estrema, per un solo motivo. Non importa chi propone la riforma e chi la contrasta fra gli omuncoli del nostro politichese attuale: per il bene comune conta solo il fatto che per la prima volta è possibile dare una spallata vera alla costituzione del ‘47, voluta dai vincitori stranieri dopo averci massacrati di botte, conquistati e sottomessi facendola redigere dagli opposti leccapiedi dei medesimi da costoro messi in sella senza alcun merito se non quello di essergli utili a cominciare dalla mafia siciliana (vedere il film di PIF “In guerra per amore”) prima benemerita della “defascistizzazione” scardinatrice dello Stato etico.

La costituzione del compromesso storico all’insegna del “Calmi: si ruba tutti!”, generatrice della nostra caduta nel fango e nella vergogna che ci distinguono oggi e non a caso tenuta a battesimo dalla “Volante Rossa” e da “Gladio”. La costituzione studiata per rendere impossibile l’esercizio del comando ovvero la tutela del bene comune in Italia. Cosa significa governare se non esercitare l’arte del comando per realizzare un concetto informatore culturale e politico finalizzato al bene comune? La Costituzione del ’47, ispirata dalle opposte paure bianco-rosse, è fatta apposta per impedire ciò. La costituzione sulla quale gli Italiani migliori, quelli rimasti fedeli alla Patria nella cattiva sorte fino al sacrificio supremo, non hanno potuto esprimersi perché accoppati o carcerati dall’antifascismo sanguinario della venticinquesima ora o perché prigionieri dei vincitori stranieri. L’importante è che se vince il SI quell’obbrobrio comincerà ad essere demolito e ci sarà speranza di poterne uscire del tutto in futuro: dalla costituzione della sconfitta si potrà infatti uscire solo con l’elezione di una vera Assemblea Costituente votata da TUTTI gli Italiani alla luce della realtà nuova e senza vincoli di sudditanza ad eserciti occupanti. A questo proposito è necessario che la legge elettorale sia l’Italicum o qualcosa di equivalente: al di là e al di sopra dell’attuale ceto politichese che ci affligge, devono crearsi le condizioni perché si renda necessaria l’elezione di una vera Assemblea Costituente. E quando mai l’esercizio del comando è necessariamente dittatura? Chi di noi, salendo su un tram, treno, autobus, nave, aereo desidera che il pilota al quale affida la propria esistenza, una volta decisa la rotta (esito elettorale), sia “gestito in modo democratico”, alias “consociativo”, ovvero senza che nessuno abbia la facoltà vera di eseguire le manovre necessarie a guidarlo verso un obbiettivo che non sia quello di restare fermo per essere demolito (spolpato) a beneficio esclusivo dei pochi “eletti” dal consociativismo del “mangia mangia”? Eppure da 70 anni noi accettiamo che questo accada ai nostri destini di condannati a restare a bordo del “vettore Italia” dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale. Con esiti ormai insopportabili. Votiamo quindi SI ripetendo con Ezra Pound “Credo quia absurdun. Credo nella rinascita impossibile dell’Italia”. L’Italia per la quale si sono sacrificati i nostri Genitori e le nostre Sorelle e i nostri Fratelli nel trentennio di gloria di questa Nazione sventurata: dal Grappa al Piave, dalle paludi Pontine alla Carta del Lavoro, dalla Trasvolata Atlantica alla fioritura della Quarta Sponda, dal Don ad Alamein, e, dopo l’obbrobrio dell’8 settembre, da Cisterna Littoria alla Garfagnana, dalla Selva di Tarnova alle Alpi Marittime. Fino all’orrenda mattanza democratica e antifascista voluta dalla resistenza. No alla costituzione democratica e antifascista nata dalla resistenza.

Viva l’Italia!

Paolo Pisano’

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